Favola della 1 H

Pubblicato il da lecogiornalinoonlinewinckelmann

Come ebbe inizio la pace

Vi siete mai chiesti come ebbe inizio la pace?

Bè io lo so...

In una terra sperduta, dove le onde del mare si infrangevano sugli scogli e dove la natura cresceva libera in ogni angolo di quello straordinario territorio, vivevano alcune popolazioni, ognuna con le proprie caratteristiche.

Erano sette tribù.

Tra esse c'era la tribù dei rossi, che abitava vicino ad un grande e possente vulcano; qui il terreno era arido e secco ed era governato da una volpe malvagia la quale, anche se appariva crudele, in realtà amava molto la sua terra e le persone che ci vivevano.

Oh, scusate, non mi sono ancora presentato, io sono il camaleonte Luigi, per gli amici Gigi, amo l’armonia e la serenità… che ci posso fare, è un difetto di famiglia!

Da adolescente decisi di prendere una strada diversa da quella dei miei genitori e così, invece di diventare un falegname tutto fare, divenni un hippy dai mille colori sgargianti… scusate, sto dicendo troppo...

Quasi dimenticavo pace e amore a tutti quanti!

Dal momento che una grave siccità aveva provocato seri danni ai terreni delle tribù dei rossi, la volpe dalla coda rossa fuoco ne approfittò per occupare il terreno dei verdi.

La zona in cui vivevano i verdi era molto apprezzata dagli abitanti di questa terra sperduta, perché le verdi colline e la vasta pianura conferivano a quel posto una bellezza inenarrabile. D'altronde le terre erano ben curate ed erano anche molto fertili.

Il capo era un serpente a sonagli crudele e spietato. Questa tribù, che riteneva un valore avere rispetto per l'ambiente e proteggerlo, si prendeva molta cura del territorio e così esso sembrava un immenso e magnifico giardino. Un brutto giorno, i rossi presero la decisione di occupare la terra dei verdi senza neanche consultarsi con l'anziano saggio, così facendo causarono molti problemi tra le tribù, scatenando infine una lite irrefrenabile. Le sette tribù si dichiararono guerra e così fu...

I viola furono i primi ad attaccare.

Usarono un piano stupefacente e, nonostante si sapesse già che erano una delle tribù più intelligenti e con più cultura, quella volta superarono ogni aspettativa. Il loro stratagemma prevedeva che si dividessero in due gruppi, come facevano i guerrieri delle steppe: un gruppo avrebbe attaccato i nemici, l'altro si sarebbe occupato di difendere il proprio popolo. La tribù del colore delle more abitava in un bosco incantato. In quel posto gli alberi udivano ogni minimo movimento, il vento sussurrava parole impossibili da capire e gli animali danzavano come ballerini professionisti di tango.

Il loro capo era un lupo ingannatore. Costui aveva un debole per le bacche che crescevano sulla riva di un fiume, forse era per questo che era diventato tutto viola, come d'altronde il suo stesso popolo. Nella stessa situazione dei rossi erano anche gli arancioni.

Essi abitavano nel deserto di Haciam, un posto caldo e assolato, dove l'acqua era un bene raro e prezioso.

Le loro case erano sotterranee, costruite in modo tale che non si soffrisse troppo il caldo e, la notte, il freddo. Il loro capo, il gallo vanitoso, si era adattato a questa vita, d'altronde il popolo era abituato e fatto apposta per questo genere di clima. Ma quando il gallo seppe che i rossi volevano occupare la terra dei verdi, decise di “prendersi” il territorio degli azzurri.

Essi vivevano sopra le nuvole, l'orizzonte era spettacolare quasi quanto quello dei verdi. A quelle latitudini si viveva abbastanza bene e il loro capo, il cigno invidioso, non si lamentava, perché i raccolti andavano a gonfie vele! Questa popolazione andava d'accordo con tutte le altre tribù, non giudicava gli altri per quello che erano, anzi li rispettava. La tribù azzurra obbediva alle leggi che venivano emanate nella società ed era sempre disponibile verso gli altri popoli: per questo era considerata un punto di riferimento per tutte le tribù.

La popolazione azzurra possedeva fabbriche di zucchero filato di ogni genere e questa ricchezza provocò molta invidia nella tribù gialla che, al contrario, produceva solamente il misero mais. I gialli avevano fondato una società molto integrata, amichevole e solidale. Vivevano sopra una quercia, ormai troppo anziana per sorreggerli tutti e, per questo, volevano cambiare habitat. Il capo leone mandò truppe di animali esploratori per cercare nuovi territori dove trasferirsi .

Anche se le ricerche furono ben organizzate e accurate, essendo altruisti , i gialli non volevano occupare le terre dei loro compagni. La tribù blu era la sola che non sentiva il bisogno di cambiare “vita”, perciò viveva nella più completa serenità.

Era l'unica società che non si trovasse ad affrontare la guerra che agitava la terra sperduta. I suoi abitanti non correvano pericoli, perché erano protetti da possenti mura. I guerrieri di vedetta comunicavano attraverso walkie-talkie di ultima generazione. Tutte queste diversità e tutti questi bisogni contrastanti avevano scatenato una guerra tra tribù, che aveva finito per coinvolgere proprio tutti... Anche se ciascun popolo aveva un obiettivo preciso, dopo qualche tempo nessuno sapeva più contro chi stava combattendo…

Erano stati coinvolti nelle ostilità anche il popolo generoso dei gialli e il popolo tranquillo dei blu.

Divenne tutto un caos … Tutti distruggevano le bellezze della natura per costruire trappole, fossati, accampamenti e torri di vedetta . Fu così che la natura, indignata, si ribellò. I venti del nord soffiavano ferocemente, distruggendo ogni cosa intralciasse il loro passaggio. Gli alberi sdegnati non producevano più i frutti. I mari impetuosi sembravano voler invadere la terra. La sabbia, sollevata dal turbolento vento, offuscava la vista a chiunque attraversasse quei luoghi di devastazione. Ci furono numerosi scontri, che indebolirono i combattenti e, dopo un anno, la tribù rossa, che aveva lanciato la sfida, iniziava lentamente ad estinguersi. La tribù verde aveva ormai perso la terra che possedeva, perché era andata distrutta; l'arancione aveva subito gravi danni alle abitazioni. Gli azzurri persero le fabbriche di zucchero filato e anche la magnifica vista dell'orizzonte ; ormai dalle loro case si poteva osservare solo un tenebroso cielo che incuteva terrore. I viola, dopo lo scontro, ritrovarono non più una lucente e germogliosa foresta ma un insieme di alberi distrutti e accatastati l’uno sull’altro.

La gialla era una delle popolazioni che aveva subito più danni, perché la loro grande quercia, ormai anziana, era caduta e gli abitanti si erano visti costretti a ''traslocare''nel suolo sottostante, dove c’era sporcizia ovunque. La terra dei blu era stata invasa e le possenti mura erano state distrutte…al loro risveglio, gli abitanti avevano trovato una città senza più tetti!

Le difficoltà che avevano le tribù coinvolte nel conflitto erano evidenti a tutti, ma nonostante ciò esse continuavano a combattere imperterrite... Un giorno, verso l'alba, mentre le tribù combattevano, si fece avanti un camaleonte-proprio come me -di nome Gasper che, una volta salito sulla roccia più alta dell'isola, con uno schiocco di dita bloccò tutti.

I combattenti si voltarono e, vedendolo, rimasero ipnotizzati dal suo meraviglioso aspetto e dalla sua serena tranquillità. Ad un tratto, quella che sembrava una misera vocina, si alzò e divenne un vocione. Gasper disse:-Tribù,ascoltatemi. Perché dover lottare inutilmente per le terre? La volpe malvagia replicò:-Per conquistare la terra migliore! Non tutte le terre sono belle, perciò si lotta per il territorio. La popolazione che vince prenderà la terra migliore. Gasper replicò: -Non credo sia saggio. Perché non unite i vostri territori e ne formate uno solo? Il cigno intervenne:- Perché dovremmo dare i nostri raccolti a loro? Sentite queste parole, il leone aggiunse:-Ha ragione! Per quale motivo dovremmo? E tutte le popolazioni gridarono all'unisono:- Perché? Gasper, senza esitazione, proferì queste parole:-Tribù,non capite che danneggiate voi stesse e l'intera isola? Ci fu un momento di silenzio,perché tutti gli abitanti iniziarono a riflettere su ciò che gli era stato detto... Il silenzio fu interrotto dalle parole del lupo della tribù viola:- Il camaleonte forse ha ragione. Stiamo procurando un danno a noi stessi e all'isola intera, distruggendo la natura.

Gasper , tirando un gran sospiro di sollievo, rispose:- Esatto lupo,hai capito il messaggio! Il gallo si fece avanti: - Possiamo unirci,rispettando l'ambiente e unendo i nostri meravigliosi colori!- propose. Il serpente a sonagli, convinto, continuò:-Esatto! L'isola sarà piena di luce e, per farci riconoscere, metteremo sul punto più alto una bandiera dai sette colori! Gasper concluse:-Avete capito la lezione, la vostra bandiera si chiamerà PACE e simboleggerà la vostra unione e il bene reciproco che avete risvegliato in voi stessi! -Ora formate una sola squadra, la tribù della Pace. Mettetevi al lavoro e rianimate la natura.

Pace e amore a tutti! La tribù si mise al lavoro e in pochi mesi ricostruì l'intera isola,un'unica isola! Tutti i capitribù si erano uniti e non smettevano di benedire e ringraziare il camaleonte per quel prezioso insegnamento... Quanto al saggio camaleonte, poco dopo sparì, ma i capitribù, i loro figli e persino i loro nipoti, non potevano fare a meno, almeno una volta al giorno, di canticchiare pubblicamente quelle poche parole che avevano salvato il loro mondo… Pace e amore a tutti!

 

Matilde Maffei, Giulia Nanu, Emma Patikiri Korallage Don

CLASSE I H

Con tag Favole

Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post